La regione del Peten è una zona non molto popolata del Guatemala. Nonostante abbia un potenziale turistico notevole, composto da parchi naturali e tra le più importanti rovine dell’impero maya, il Peten rimane una zona povera. E’ comunque una via di comunicazione che unisce il Chiapas con il Belize, un porto d’ingresso da questi due paesi. Molti abitanti della zona trovano infatti lavoro come “camioneros”. Di qui passano anche tutti coloro, Guatemaltechi e non, che provano ad entrare in Messico attraversando la selva, molti dei quali poi non riescono nell’intento e restano nelle foreste formando bande al fine di assaltare i camion e rubarne la merce dopo aver ucciso l’autista.

Nonostante la situazione “los Peteneros”, gli abitanti del Peten, non mancano di festeggiare i loro morti con la tradizionale allegria delle giornate dei morti. I primi due giorni di novembre si passano al cimitero, principalmente si approfitta per dipingere le tombe, i bambini giocano con gli aquiloni. Parlando con le persone, nel cimitero, sono tante le storie di Camioneros assaltati, leggendo le date sulle tombe, effettivamente, in molte si deduce un’età di circa 35 anni.

La notte dell’ uno di novembre, nel paese di San Jose, sulle rive del lago Peten Itza’, si celebra un rito secolare. Viene pronunciata una messa nella quale si venerano tre teschi umani. Segue una processione nella quale uno dei tre visiterà le case di chi ha sofferto la morte di un figlio, ancora in tenera età. La reliquia, di cui nessuno conosce la provenienza, viene posta su un tavolo pieno di offerte, e mentre le signore più dedite dicono il rosario, alla folla viene offerto del cibo. Non vi è abbastanza da mangiare per tutti in ogni casa, e così ci si assicura che la processione sarà folta fino al mattino. Quest’ anno le case visitate sono state tredici, “solamente”, a detta di una presente.